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Recensione: Wait for me - Aspettami di Sara Masvar

A cura di Topidabiblioteca


Buongiorno readers, oggi nuova recensione di un libro che ho potuto leggere in anteprima e che uscirà il 23 Ottobre. Ringrazio tantissimo l’autrice Sara Masvar per avermi dato di nuovo questa possibilità (dell’autrice ho letto anche il caldo, bollente ma allo stesso tempo delicato Se tu lo vuoi io lo faccio) e soprattutto per avermi dato la fiducia necessaria (e da parte sua ci deve esser stato anche un impeto di coraggio ahah) per far sì che questa fosse non solo la prima recensione ma anche l’unica pre Release Day. Immaginate che ansia e che paura di deludere le aspettative!

Ma passiamo al romanzo con la sola premessa che, nonostante ne conoscessi già stile di scrittura e modo di trattare i personaggi, la Masvar mi ha sorpreso nuovamente.

Scheda:

Titolo: Wait for me - Aspettami

Autore: Sara Masvar

Anno: 2020

Genere: Drammatico, Narrativa

CE: Indipendently Publisher

Pagine: 446

Formati disponibili: copertina flessibile, e-book

Prezzo: 13,90€ (cartaceo), 2,99€ (e-book), incluso nell’abbonamento Kindle Unlimited.


Trama:

MSN – Primavera 2004

Due adolescenti come tanti, per caso, si incontrano su una piattaforma di gioco di ruolo online. Yale e Ginger. Si parlano e subito si capiscono, diventano un qualcosa che non ha bisogno di didascalie. Non sarà semplice esserci ma loro, l’uno per l’altro, ci saranno sempre.

Firenze – Estate 2019

Due trentenni come tanti, per caso, si incontrano a un concerto rock. Ester e Mattia. Si guardano e subito si riconoscono. Il volto l’uno dell’altra lo hanno impresso a fuoco nella mente. Non si sono mai visti, certo, ma si conoscono da sempre.

Ginger è Ester, Yale è Mattia.

Fra occasioni perse, momenti (in)felici, relazioni collaterali e troppi chilometri di distanza la loro vita, nonostante tutto e tutti, è andata avanti ma alcune mancanze, per entrambi, sono ancora presenti. Dopo essersi aspettati per una vita intera, trovandosi, saranno poi capaci di fare a meno l’uno dell’altra?


L’unica cosa certa, oltre all’amore, è che c’è tutta una vita nel mentre.



Recensione:

“Ho pensato che il dolore mi avrebbe distrutta. Ma la vita ti trattiene e può capitare che essa ritrovi la strada per il tuo cuore, e se sei fortunata, ti dà una seconda chance.” – Sense8, serie televisiva

Ester e Mattia finalmente, dopo quindici anni di videochiamate e sms, si incontrano. Se in una noiosa giornata al computer il destino ha infatti posto l’uno sulla strada dell’altro, esso ha anche voluto che tale strada fosse lastricata di ostacoli, oltre che delle solite e proverbiali “buone intenzioni”.

Quindi eccola, la storia di come si sono conosciuti, innamorati e infine, solo infine, incontrati per davvero. Un viaggio emozionante che ci porterà indietro nel tempo, per poi farci rivivere con una punta di nostalgia l’evoluzione tecnologica nel campo della comunicazione (per alcuni considerata parallelamente un’involuzione sociale, voi da che parte state?) e che ha toccato fortemente la generazione Y, i “Millenials”.

“Cerco quel nuovo sito di cui mi hanno parlato al lavoro proprio oggi. Facebook. Mi iscrivo di getto non so neanche io perché, sembra sia una cosa che va molto di moda adesso e come direbbe Madda: tutte le cose da sfigati non te le perdi mai.”

Dal 2004 al 2019, da MSN a Facebook, dai messaggini pieni di abbreviazioni (skrivevi anke tu ks, nn negarlo!) ai messaggi vocali, dagli “squilli” alle notifiche, dalla XMAS card al free wi-fi.

Anni di vecchie canzoni, vecchi programmi televisivi, vecchie atmosfere.

Le feste di Natale da trascorrere in famiglia, i giochi da tavola con i cugini, i cellulari metallizzati.

I giochi di ruolo al PC, la musica house, i film de Il signore degli anelli, gli zaini coperti di spille e sticker.

E i lettori MP3, amici insostituibili per qualsiasi adolescente di quel decennio. Bastava infilarsi le cuffie, premere play e i rumori intorno a te (le urla di tua madre, il piagnucolio di tua sorella, la tv che trasmetteva una partita di calcio a tutto volume) semplicemente, sparivano. Inghiottiti dalle note dei Linkin Park, o dei Nirvana.

“Ho chiuso la porta della mia stanza a chiave per evitare indesiderate intromissioni, ho acceso la musica a basso volume, una playlist che ho creato con cura maniacale per mesi e che ascolto praticamente ogni giorno. Soundgarden , Nirvana, Alice in Chains, Pearl Jam, Foo Fighters, Tool, Cranberries, Guns n’Roses, Bon Jovi, Linkin Park, Radiohead, Blur, Green Day, Oasis e ovviamente loro, i miei preferiti del momento, i RHCP.”

La musica gioca un ruolo chiave in questo romanzo. A partire dallo stesso nome, Wait for me, che si ispira al titolo di una canzone dei King of Leon e che sarà molto importante per Ester e Mattia.

Brani come Sally di Vasco, I belong to you di Lanny Kravitz, Perfect di Ed Sheeran, rappresentano poi una parte della soundtrack che fa da sfondo alla storia dei due amanti. L’autrice ci fornisce infatti uno Spotify code, a inizio libro, proprio per darci la possibilità di leggere ascoltando la musica giusta, o di trovare facilmente le decine di canzoni che vengono citate e ascoltate dai protagonisti all’interno del testo.


Dal 2004 al 2019. Quindici anni raccontati attraverso vari episodi importanti per la vita di Ester e Mattia. La scuola, i fidanzamenti, i drammi adolescenziali e i disturbi alimentari. E poi la crescita personale e professionale, i viaggi, le amicizie, la voglia di dimenticare tutto e allo stesso tempo di ricordare per sempre.

Momenti di felicità o dolore, sopportabili solo se affrontati insieme, a un sms di distanza.

“Io e lei sembravamo condannati a questo, vivere distanti e distinti nonostante entrambi avremmo voluto vivere insieme d’istanti e d’istinti. Frase da bacio.”


La struttura di Wait for me non è affatto convenzionale. Grossolanamente possiamo dividere la storia in due linee temporali. C’è il 2019, il presente, che ricopre la narrazione di una giornata. E poi c’è la restante narrazione che scorre con salti temporali (a volte anche abbastanza lunghi) dal 2004 in poi.

Queste due linee temporali si intrecciano costantemente. Con la prima, sarà snervante ogni brusca interruzione per ritornare nel passato. Con la seconda, si completano e vengono chiariti man mano tutti i drammi e le occasioni perse dai protagonisti per incontrarsi dal vivo.

“Lui per me è così importante, lui che è il centro di un mondo che neanche esiste, lui che è l’unica costante di questa mia vita che non ne ha mai abbastanza del non dare risposte alle mie incessanti domande.”

Se per Ester, il loro mancato incontro, sarà ulteriore motivo di supplizio in una vita colma di lutti, insicurezze, rimpianti, disagi e rimorsi, per Mattia non è esattamente così.

Per Mattia, il non essere mai riuscito a incontrare Ester, è solo una delle poche delusioni in una vita fatta di successi. L’essersi ripreso con forza e capacità dopo un brusco trauma (sia fisico che psicologico) sembra infatti avergli fatto guadagnare il favore della dea bendata. La perdita di peso, i traguardi universitari, le donne, la carriera che prende il volo fino a raggiungere la Silicon Valley e una villa con piscina.

La bella vita, come ama ripetergli l’amico di sempre, Giò. La vita che tutti vorrebbero. Allora perché diavolo non è felice? Perché gli manca qualcosa. Quella alla quale mi riferivo all’inizio del discorso. Un’unica, piccola delusione tra mille vittorie e motivi per essere orgogliosi. Cosa sarà mai? Per Mattia, tutto.

Ester, infatti, non è solo una ragazza con cui chattare. Non è solo virtuale. È l’unica persona con cui è riuscito ad aprirsi durante i momenti peggiori della sua vita, e viceversa. Un’adolescente che sembrava superficiale e allegra e che poi è diventata una donna da poter, da voler sorreggere, confortare, consolare, ammirare. Amare.

“La sua voce è sempre felice, nelle foto ha sempre il sorriso. Ma quando leggo ciò che scrive è chiaro, soprattutto per me che non sto mai al cento per cento, che c’è qualcosa che non va anche per lei.”

“So perfettamente che per me il dovere vince

sul volere, dopotutto il dovere ti dice le cose giuste mentre il volere ti spinge verso le cose sbagliate. È che io voglio lui e lo voglio più di ogni altra cosa al mondo, so di averne bisogno.”


Anche Ester ha una migliore amica. L’irascibile, vivace, scorbutica Madda. Per Madda, Ester è la sorella che non ha mai avuto, quella persona da portare sempre sulla retta via e con cui lasciarsi andare a pettegolezzi e commenti sarcastici. Brutale quando serve, dolce quando se ne ha bisogno. La biondina tutto pepe è quell’amica che quando riesci a confidarti non ti rivolge domande invadenti o ti manda a quel paese per l’ennesimo sbaglio con un “te l’avevo detto” ma, semplicemente, c’è.

E per Ester, Madda sarà un’ancora di salvezza alla quale rimanere aggrappati quando gli eventi della vita la travolgeranno in uno tsunami di emozioni. Come una costante, la sua voce sarà perennemente presente nei pensieri di Ester, a ricordarle che dopo la tempesta ritorna sempre il sereno.

“Ho fatto l’abitudine a questa versione distrutta di me stessa.”

Wait for me parla di rinascita e speranza. Il tema dei disturbi alimentari tocca direttamente i protagonisti, e lo fa nel profondo. Quello del suicidio, delicatissimo, assume particolari sfumature.

La psicologia dei personaggi è stata trattata accuratamente. Tra Yale e Ginger (i nickname usati dai protagonisti su MSN e nel gioco di ruolo World of Warcraft ) e Mattia ed Ester c’è un abisso. Stesse persone, due fasce d’età completamente differenti.

L’essenza rimane quella, certo, ma è il modo di pensare e di affrontare le situazioni a cambiare. Comunque sempre in linea e coerentemente con il carattere e le attitudini del personaggio.

“Me ne sto andando perché se rimango sono sicura che affonderò di nuovo. Vorrei urlarglielo addosso, a mamma, che me ne sto andando perché voglio sopravvivere a me stessa.”

Quindici anni sono tanti e in tutto questo tempo si sono accumulate esperienze, dolori, passioni, gioie…

E poi, quel viaggio di Ester verso la Spagna che la porterà ancora una volta più distante, fisicamente, da Mattia.

“Voglio provare a fare tutto, in questa vita, anche le cose in cui probabilmente fallirò. È anche per questo che me ne vado, perché voglio provare a vedere cosa c’è, per me, là fuori. Lo devo anche a mia sorella.”


Questo punto della storia vorrei condividerlo con voi. Ditemi se è possibile dopo tutti questi anni e questi chilometri di distanza, innamorarsi e rimanere innamorati di qualcuno.

Nei primi capitoli ambientati nel presente ero più che scettica. Non è questione di essere romantici o disillusi, è la realtà: Mattia non poteva provare un sentimento così forte per una persona conosciuta su internet e ricordarla ancora con tanto rimorso, addirittura da andare a cercare una chat dove l’ultimo messaggio era un augurio di buon anno che risaliva a due anni prima.

Fantascienza.

E ho dovuto ricredermi. Man mano che seguivo la timeline del passato, e che assistevo alla crescita del loro rapporto in contemporanea a quella personale, incominciavo a capire la profondità del sentimento che li legava.

Essenziali l’uno per l’altra credo che definisca in maniera abbastanza accurata quello che sono.

“La psicologa mi diceva sempre che dovevo imparare a cercare le cose positive in ogni momento brutto e sai una cosa scè, sei tu la cosa migliore di quell’incidente. Senza quello tu non ci saresti mai arrivata, nella mia vita. E se devo scegliere fra una vita in serie A fra soldi e puttane e una vita in serie NERD, con te presente anche se lontana, io cazzo ci metto la mano sul fuoco che sceglierei te e ancora te e di nuovo e per sempre te.”


Lo devo ammettere, questo libro mi ha emozionato. Ma tanto, tanto, tanto. Si inizia a conoscere Ester e Mattia che sono due sfigati patentati, di quelli che ai tempi del Liceo abbiamo di sicuro, almeno una volta, scansato anche noi. E poi si entra talmente in empatia con loro che vorresti asciugare le loro lacrime.

Me li immaginavo lì, a sorridere al buio con il viso illuminato solo dalla luce dello schermo del telefono o del portatile, mentre si scambiavano sms e sogni. A desiderarsi, bramarsi, amarsi senza mai riuscire ad avvicinarsi. Ho provato dolore con loro, frustrazione con loro. Un momento prima avrei voluto consolarli e l’attimo dopo desideravo scrollarli per le spalle e urlare: “ma prendi un maledetto treno, aereo, auto in comodato d’uso e corri da lei/lui!”

Non è il primo romanzo che leggo dell’autrice, quindi, sapevo che non dovevo aspettarmi un finale scontato.

E se dopo aver letto alcune scene non ho lanciato tutto all’aria è stato solo perché lo facevo da Kindle.

Ma poi la Masvar viene mossa da un barlume di senso di pietà nei confronti delle sue lettrici e, finalmente, ci lascia a goderci in santa pace il momento dell’incontro.

Ester e Mattia si incontrano dal vivo. Lo sappiamo fin quasi da subito. Non è spoiler. Il libro incomincia praticamente così. E quindi si incontrano e… di certo non sono più i due adolescenti che erano quando si sono conosciuti. Non sono più Ginger e Yale e di certo non sono più i loro avatar in WoW. Non sono più completamente liberi, perché la vita sociale li ha avvolti nella sua rete. E non sono neanche belli e dannati, o perfetti e spensierati, o quello che avevano sempre sognato di voler diventare “da grandi”.

Sono solo due trentenni, con qualche ruga intorno agli occhi e qualche chilo di troppo. Due persone che hanno sempre cercato di sopravvivere e che ci riuscivano solo digitando sullo smartphone quel nome in rubrica che anche solo a leggerlo già ti scaldava il cuore.

Mattia.

Ester.

“La cosa giusta al momento sbagliato, siamo sempre stati solo questo?”

E poi, quando meno te lo aspetti, il finale arriva. Non faccio spoiler, dico solo che ho apprezzato la chiusura alla “ultima puntata di SKAM” con alcuni personaggi secondari, ma che sono stati comunque fondamentali, che si passavano il testimone del POV.

E non poteva mancare un’atmosfera musicale, data questa volta dal brano In the End dei Linkin Park: “Ho tenuto tutto dentro e anche se ho provato tutto è crollato. Ciò che è valso per me sarà alla fine una memoria di un tempo in cui ho provato così tanto.”

Di tutto il romanzo, unico piccolo difetto, o almeno per me, è la presenza di numerosissime parolacce presenti all’interno del testo. Non che io ne sia immune, per carità, e ammetto che possono dare una certa aria di verosimiglianza alla storia ma stilisticamente parlando è una scelta che apprezzo ben poco.

Il mio consiglio è andare oltre la semplice trama (che potrebbe passare per qualcosa di “già visto”), oltre la pubblicazione in self e oltre il fatto che non sia “il-libro-del-momento-super-pubblicizzato-e-di-moda”.

Questo romanzo lo trovo adatto alle lettrici/lettori di genere romance e narrativa contemporanea, che facciano parte della generazione X, Y o Z. Ai nostalgici, a chi crede nell’amicizia, nell’amore e nelle barriere che, per quanto piccole o grandi, possono essere oltrepassate, se lo vogliamo.

Insomma, avrete capito che per me il nuovo libro di Sara Masvar, Wait for me, è promosso cum laude.

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