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Review Party: La vita che mi hai lasciato

Primissimo post che ho deciso di dedicare al Review Party del nuovo romanzo dell’autrice emergente Roberta Longo. È stato un piacere collaborare con lei e leggere questo libro di cui attendo con ansia il cartaceo. Ho deciso infatti di acquistarlo non solo perché non poteva mancare nella mia libreria, ma anche perché vorrei farlo leggere a mia madre (quindi, se siete come me tra quelle che digitano spesso “idea regalo per…” nel motore di ricerca, segnatevi questo titolo, potrebbe tornarvi utile)!



Scheda:

Titolo: La vita che mi hai lasciato

#giftedby Autrice: Roberta Longo

Anno: 2020

Genere: Romance, Drammatico

CE: Self Publishing

Pagine: 262

Formati disponibili: copertina flessibile, e-book

Prezzo: 9,90€ (cartaceo), 2,99€ (e-book), compreso nell’abbonamento Kindle Unlimited


Trama:

Un colpo di fulmine colpisce e travolge Cassandra, Cass, durante una delle tante (noiose) lezioni all’Università. La sua attenzione verrà infatti completamente catturata dall’enigmatico Dong Liu.

Tratti asiatici impossibili da non notare nonché ultimo arrivato, sembra quasi che accanto a lui la gente si senta a disagio, tanto da lasciare liberi i due posti ai suoi lati nonostante l’affollamento di quel giorno.

Cass rimarrà affascinata dall’atteggiamento incurante e dallo sguardo concentrato di Dong, desiderando di approfondire la conoscenza di quello sconosciuto che tanto sconosciuto ormai non le sembra più, avendone studiato alla perfezione i lineamenti e le espressioni per oltre cinquanta minuti di monologo del loro docente.

Mesi dopo, la ragazza avrebbe scoperto che anche lui quel giorno si era accorto di lei “Come se con quei capelli ti si possa ignorare!” e tutto ciò che accadde prima di questa scoperta, e anche anni dopo, fa parte della loro storia.

Una storia d’amore, vero, ma anche di amicizia, fiducia, comprensione del prossimo e dolore, perdono, rinascita…

Recensione:

Per comprendere meglio il romanzo bisogna innanzitutto far riferimento alla sua struttura. Esso è diviso seguendo due linee temporali che si dipanano con altrettante tecniche narrative.

Abbiamo infatti la prosa, scelta dall’autrice per dar voce alla protagonista femminile, e attraverso la quale verrà raccontata la storia rispettando la successione degli eventi dal meno recente al più recente (incontro, conoscenza, innamoramento ecc.) e una parte composta invece dalle lettere scritte dal protagonista maschile, a mo’ di romanzo epistolare, provenienti da un futuro che preannuncia al lettore le pieghe drammatiche che assumerà la storia. In questo caso, la narrazione avviene dal momento più recente (rispetto al “presente”) a quello meno recente.

So che potrebbe sembrare complicato, ma vi assicuro che in realtà le due tecniche narrative si combinano benissimo e risultano molto naturali e fluide. Necessarie, tra l’altro, a creare quel phatos che porterà il lettore a immedesimarsi e perché no, anche a commuoversi, assistendo alle vicende che legano i nostri “sfortunati amanti”.

Il punto forte del romanzo è la caratterizzazione dei personaggi, anche di quelli secondari.

Cass è un concentrato di energia e invadenza. Sveglia, allegra, ottimista a livelli estremi. Cresciuta in una famiglia italiana come tante, si è sempre circondata di persone altrettanto positive, tanto da indurla a credere (forse fin troppo) nella bontà del genere umano.

C’è sua madre Patrizia, saggia e comprensiva. L’amica di sempre Ilaria, la cui affinità e complicità permette loro di intavolare intere conversazioni attraverso lo scambio di sole occhiate. Tecla, conosciuta al supermercato dove entrambe rivestono il ruolo di magazziniere, e la cui amicizia verrà coltivata anche fuori dall’ambito lavorativo. I colleghi di Università, gli “inseparabili” Mirko e Laura, che poi forse tanto inseparabili non sono.

La sua vita sembra quindi piena di affetti, sogni (come quello di diventare interprete), risate, “cose da fare” e passioni, come quella che nutre per la fotografia.

“Per me le fotografie migliori resteranno per sempre quelle rubate mentre si era impegnati a vivere.”

Ma quando i suoi occhi si poseranno sul viso diafano di Dong, scoprirà che forse le manca ancora qualcosa. Vivere un amore puro e travolgente, ecco cosa.

Dong Liu è il futuro erede di un impero economico fuggito dalle pressioni genitoriali. È infatti l’unico figlio di una ricca famiglia cinese proprietaria di una catena di lussuosi alberghi sparsi per il mondo. Uno di questi è situato a Milano, città detestata dalla sua autoritaria madre e per questo scelta da lui come meta dei suoi studi di marketing.

Silenzioso, solitario, apparentemente laconico e privo di emozioni, l’incontro con Cassandra sarà un uragano che gli stravolgerà la vita.

La ragazza si è infatti intestardita nel voler far compiere a Dong esperienze “divertenti”, a volte “infantili”, che a suo dire sono indispensabili per poter affermare di aver vissuto appieno la vita.

Ma tutto in Dong si riconduce alle robuste radici piantate a Shanghai.

La sua rigidità, il modo di parlare e di relazionarsi, perfino come dover provare i propri sentimenti.

L’incontro tra Cass e Dong crea dunque uno scontro, quello di due culture completamente opposte.

“Non mi fermavo mai ad affrontare i miei sentimenti per Dong, troppo spaventata di scoprire di essere andata molto più avanti di lui.”

Quello che può sembrare un atteggiamento arrogante, a volte irrispettoso, di Cass nei confronti della cultura cinese, nasconde in realtà qualcosa di molto più complicato.

Se la cultura italiana si evince solo attraverso alcune sfumature del carattere di Cass, altri aspetti di quella cinese vengono invece alla luce in maniera molto aperta e accurata.

Un divario culturale così profondo avrebbe potuto gettare le basi per la creazione di un rapporto fondato sulla separazione, sul pregiudizio e la diffidenza (come può un’italiana, ad esempio, comprendere a fondo la pietà filiale, intrinseco invece nella cultura cinese? Proprio questo concetto sarà molto importante ad un certo punto del romanzo, quando alcune scelte di Dong ci potranno sembrare assolutamente senza senso…) ma la verità è che è stato proprio questo divario, paradossalmente, ad averli uniti.

Si nota fin dalle prime pagine, infatti, come entrambi siano stati ammaliati l’uno dalle diversità dell’altro.

“Avevamo deciso che anche se fossimo venuti da due pianeti opposti, noi, un modo per viverci, lo avremmo trovato.”

I momenti più emozionanti del romanzo li ritroviamo durante la lettura delle lettere che Dong invia a una Cass “sparita” chissà dove.

“Ritorna” è il mantra, la litania che ripete all’infinito, disperato e distrutto dalla tristezza e dal dolore.

Nel futuro dal quale parla, l’uomo non è completamente solo.

Cass infatti lo ha lasciato, ma gli ha anche lasciato qualcosa. O meglio, qualcuno. È la piccola, adorabile Clarissa, frutto del loro amore.

Sarà il doversi prendere costantemente cura di questa creaturina a spingere Dong ad “andare avanti” un giorno alla volta, a sforzarsi di scendere dal letto la mattina, conscio di avere nella sua vita un ennesimo dovere (anche se piacevole, questa volta) ovvero quello di dover prendersi cura di lei.

Interessante come il lettore si ritroverà ad assistere al percorso di crescita interiore di un Dong inizialmente insicuro e spaurito, ma poi man mano sempre più consapevole e sicuro di sé, che va in contemporanea con quello fisico e cognitivo della figlia.

Una lettera dopo l’altra conosceremo quindi anche Clarissa. Forte e determinata come la madre, dalla quale ha ereditato anche le efelidi e i lunghi capelli ramati. Testarda e fiera come il padre, con il quale condivide gli stessi intensi occhi a mandorla.

“Vorrei guardarla e cercare le somiglianze. Vorrei… poi penso: come faccio ad amare, se il mio cuore te lo sei portato via? Come faccio a cercare i dettagli, se ho paura di trovarci te?”

Lettere che assumeranno un’atmosfera via via meno drammatica, finché si comincerà a percepire il senso di rassegnazione, prima, e serenità, dopo, che assalirà Dong e che gli permetterà finalmente di diventare più maturo e pronto ad affrontare quegli ostacoli che Cass avrebbe definito così: “È tutta vita, che scorre e allaga."


Nelide di Topidabiblioteca



 

Vi lascio le tappe passate e le prossime:




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