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Storia di due anime di Alex Landragin

Aggiornamento: 20 dic 2020

A cura di Topidabiblioteca



Siamo già al secondo mese per #unlibroindue , collaborazione tra me e Sensationdaria in cui leggiamo insieme una novità editoriale per poi recensirla lo stesso giorno.

Per scegliere il libro che avrebbe dovuto farci compagnia durante il mese di novembre, abbiamo fatto decidere gli utenti che ci seguono su Instagram tramite vari sondaggi in stories e il vincitore è stato… Storia di due anime di Alex Landragin!

Entrambe super contente della vittoria, abbiamo percorso insieme questo viaggio all’interno di un libro pazzesco e pieno di stranezze.

In questo articolo troverete la mia recensione e il link per accedere ai due post recensione su Instagram, il mio e quello di Daria.



Scheda:

Titolo: Storia di due anime

Autore: Alex Landragin

Anno: 2020

Genere: Narrativa, mistery

CE: Nord

Pagine: 400

Formati disponibili: brossura, e-book

Prezzo: 18,00€ (cartaceo), 2,99€ (e-book)



Trama:

A Parigi, una ricca collezionista incarica un uomo di rilegare insieme tre manoscritti, composti in epoche diverse e da mani diverse. A una condizione: non leggerli. Ma quando viene a sapere che la donna è morta – qualcuno dice assassinata – il rilegatore rompe la promessa. Rimane così colpito – e turbato – dalla lettura dei manoscritti che decide di pubblicarli col titolo di Storia di due anime.

L’educazione di un mostro. Dopo essere stato investito da una carrozza, Charles Baudelaire viene soccorso e portato in una villa subito fuori Bruxelles. Anche se lui non l’ha mai vista, la misteriosa padrona di casa dimostra di conoscere il suo passato fin troppo bene. E gli fa una proposta inquietante…

La città fantasma. A Parigi, davanti alla tomba di Baudelaire, un uomo e una donna s’incontrano per la prima volta. Lui è un rifugiato tedesco, lei – Madeleine –, un’enigmatica appassionata di poesia. Con l’esercito nazista ormai alle porte, la città viene evacuata, ma i due decidono di restare. E, in quei giorni di passione, Madeleine gli racconta una storia incredibile: la storia di due anime che si perdono e si ritrovano da quasi due secoli. E poi gli chiede di partecipare a un’asta, dove si venderà il manoscritto di un racconto inedito di Charles Baudelaire, L’educazione di un mostro. L’uomo la asseconda, rimanendo così invischiato in una serie di brutali omicidi che sembrano portare la firma dell’esclusiva – ed elusiva – Société Baudelaire…


I racconti dell'albatro. È la storia di Alula, colei che ricorda, e di Koahu, colui che dimentica. Una storia che comincia al tramonto del XVIII secolo, in una sperduta isola del Pacifico, e si dipana fino ad arrivare a Parigi, nel 1940, davanti alla tomba di Charles Baudelaire, dove il cerchio si chiude. O forse no…


Recensione:

Storia di due anime è un racconto nel racconto… nel racconto! Può iniziare in due momenti diversi e non trovare mai un finale… o averne ben tre.

La premessa di questo intricato e complesso romanzo, a detta dell’autore, è la seguente: “non ho scritto questo libro. L’ho rubato.”

La sua avventura (e la nostra) all’interno di un libro che ha tutte le caratteristiche per poter essere definito un enigma, inizia con una prefazione in cui Alex Landragin, definendosi solo un rilegatore (contribuendo così ad aumentare l’alone di stupefacente mistero), spiega al lettore le dinamiche che si celano dietro alla sua pubblicazione e suggerisce in partenza le varie interpretazioni che possiamo attribuirgli:


☆ come una storia di fantasia, un’anonima opera di finzione;

☆ come uno scherzo, un gioco o un enigma intricato, creato da Benjamin per qualche ragione a noi sconosciuta;

☆ come un imbroglio o un falso opera di un anonimo;

☆ come le allucinazioni di un uomo in precario stato di salute e sottoposto a un’opprimente pressione psicologica;

☆ come un’allegoria o una favola complessa e oscura;

☆ come una sorta di misterioso messaggio in codice rivolto a un destinatario sconosciuto;

☆ o come un memoir sottile e velato.



Suggerisce inoltre le modalità in cui è possibile intraprenderne la lettura.

C’è infatti la maniera classica, dalla prima all’ultima pagina (e in questo modo il lettore si ritroverà a leggere in sequenza tre storie apparentemente sconnesse tra loro) e poi c’è quella alternativa, soprannominata “sequenza della Baronessa” (dal nome del personaggio che avrebbe dato a Landragin il compito di rilegare il manoscritto): tale sequenza promette un’esperienza di lettura originale e stimolante.

Voi quale avete scelto o avreste scelto?

Io sinceramente non credo che leggerlo nella maniera classica sia una scelta saggia, se non per una rilettura, in quanto si perderebbe il gusto della “prima volta” e l’incanto di vedere pezzi di trame differenti tra loro, incastrarsi perfettamente in un’unica trama più ricca e complessa.


“L’anima è più della somma d’intelletto ed emozioni, più della somma delle esperienze, anche se scorre attraverso tutti e tre come vene di metallo brillante. È una facoltà interiore che riconosce i misteri che animano il mondo, perché è fatta della stessa sostanza.”

I personaggi di questo romanzo sono tanti e psicologicamente ben strutturati. Andando avanti con la lettura, però, ci si rende conto che in realtà non sono tanti quanto sembrano (molti aspetti di Storia di due anime non sono come sembrano), in quanto alcuni non sono altro che tre sole anime che passano da un corpo (e da un secolo) all’altro in un’infinita corsa alla ricerca della propria felicità. Di quel “qualcosa” che alimenta e fa rimanere in vita, o meglio, dà una ragione di vita. Essa può essere rappresentata dall’amore, la conoscenza di se stesso o la vendetta a seconda del personaggio di riferimento.

Molto apprezzato è stato la scelta di regalare al corpo una “memoria”, eco delle anime che l’hanno attraversato. Quando Alula e Koahu (i protagonisti della storia) passano da un corpo all’altro, infatti, non sono più solo loro, ma sono loro in simbiosi con l’anima che fino a quel momento l’aveva abitato.

Ecco quindi come ne assimilano aspetti del carattere, modi di fare e parlare, sogni e aspettative, ma soprattutto i vizi che, come i vecchi detti amano ricordare, sono davvero “duri a morire”.

Ma chi sono Alula e Koahu? Sono due isolani, “selvaggi” custodi di antichissime tradizioni e conoscenze spirituali che la gente “civilizzata” del XVIII secolo ha già perso da molto tempo mentre sull’isola sperduta in cui vivono è chiamata Legge. Di tutti i comandamenti della Legge, il più importante di tutti è questo: non c’è scambio che possa compiersi senza tornare indietro.

Ve lo immaginate se due anime si scambiassero, senza ritornare al proprio posto?

Questo è esattamente quello che, per una sfortunata circostanza, accade ai due protagonisti durante la visita di forestieri che avevano raggiunto via mare quella che fino a quel momento poteva essere considerata un’isola sconosciuta al resto del mondo.

Purtroppo la loro disavventura non termina qui, perché ogni scambio creerà una concatenazione di eventi che li porterà lontani l’uno dall’altro e lontanissimi da casa.

A porsi come ostacolo nel loro ritorno all’isola non ci sarà solo lo spazio, infatti, ma anche il tempo e gli scambi “ciechi” di Koahu che non ricorderà le sue vite precedenti.


“Trovai un solo modo di amare Madeleine senza vergognarmi di me stesso: crederle, e al tempo stesso non crederle. Se non le avessi creduto affatto, avrei corso il rischio di perderla; se le avessi creduto totalmente, avrei rischiato di perdere me stesso.”

Ci sono inoltre personaggi realmente esistiti come il poeta “maledetto” Charles Baudelaire e la stilista all’avanguardia Coco Chanel, che contribuiscono a dare alla storia un senso di veridicità e assurdità al contempo.


Cosa non mi è piaciuto di questo libro? Ben poco, dato che stile narrativo e trama hanno saputo tenermi incollata alle pagine. Amo le storie intricate, misteriose e che svelano piccoli segreti pian piano, senza mai regalare al lettore la chiave giusta per sbloccare la serratura, ma dandogli solo la possibilità di spiare la verità dallo spioncino. Tuttavia ho sperato fino all’ultimo in un ultimo colpo di scena, come l’inserimento all’interno della trama di personaggi quali il rilegatore, la Baronessa o, perché no, il lettore stesso…

A parte la chicca della sequenza alternativa non c’è altro di “strano” quando invece questa caratteristica del libro poteva essere sfruttata meglio.

Inoltre non ho apprezzato completamente il personaggio di Alula, quello che più di tutti doveva creare nel lettore un forte senso di empatia, ma del quale non ho accettato il personale mantra de “il fine giustifica i mezzi” che l’ha portata a scombinare più di un’esistenza nel suo cammino per tornare a casa con l’anima che le ha rubato cuore e saggezza.

Ma in guerra e in amore tutto vale, no?




Storia di due anime, post dedicati su Instagram ♥

Clicca QUI per leggere il post di Daria, QUI per leggere il mio!

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